Erede De Moja a Sideno dopo 50 anni per “rivedere” l’antico palazzo

IDERNO - Torna a Siderno dopo quasi cinquant’anni per rivedere e far conoscere ai membri della sua famiglia la sua terra e, soprattutto, una delle dimore piu’ prestigiose di Siderno Superiore, da qualche anno restaurata e proprio in questi ultimi giorni teatro dell’importante evento culturale denominato “ La ruota della memoria” , biennale d’arte curata dall’artista Sara Perlongo. Parliamo di Palazzo De Moja e l’insolito ( e gradito) ospite è stato Giuseppe De Moja erede della nobile famiglia spagnola che ha dato il nome al palazzo e che si porta addosso, in maniera fortemente positiva , nel corpo, nella mente e nello spirito, ben 92 primavere. Giuseppe De Moja è venuto a Siderno in compagnia della consorte Flavia Marrapodi, con il figlio Lino e la moglie Caterina Rechichi e rispettivi figlia e nipote, Gilda e Adriano Amaddeo De Mojà. Per la verità già qualche anno addietro la nipote aveva cercato, dopo un contatto con i commissari del tempo, di tornare a Siderno proprio per vedere soprattutto l’antico palazzo di cui anche “Gazzetta” , piu’ volte ha evidenziato l’importanza, prima e dopo il suo restauro, ma le sue richieste per motivi diversi sono rimaste inascoltate. In quest’ultima occasione è stato l’assessore alla cultura Ercole Macri’ che, quasi incredulo della reiterata richiesta ( a Siderno erano in molti erano convinti che gli eredi diretti della famiglia De Moja fossero tutti deceduti ndr) ha subito dato il suo assenso, non nascondendo il suo piacere, alla visita allo storico Palazzo del vecchio nobiluomo e della sua famiglia. Ed è stato lo stesso Assessore Ercole Macrì, unitamente al consigliere comunale Rita Commisso e all’ Ing. Raffaele Macry Correale , da sempre molto attento alle vicende del borgo antico sidernese ada accogliere l’importante famiglia. Il Signor Giuseppe , ripercorrendo le sale e ammirando lo stupendo panorama dai balconcini in ferro battuto, ha raccontato, ricordando con piacevole entusiasmo misto a velata nostalgia , aneddoti legati alla vita nel Palazzo e nella Siderno Superiore di un tempo che fu. Ed è stata grande emozione anche per l’assessore Macri’, la professoressa Commisso e l’ Ing. Macry Correale che certe cose le avevano solo sentito dire o lette nei libri. Giuseppe De Moja ha anche raccontato l’odissea della sua famiglia che aveva lasciato Siderno cinquant’anni addietro per raggiungere – erano parecchi fratelli - mete diverse, da Roma a Firenze e in altri centri del Nord Italia. Poi il suo matrimonio e la nascita del figlio Lino che anni addietro è tornato in Calabria e si è stabilizzato a Reggio dove svolge l’attività di docente. Proprio da Reggio è partita la “voglia” , soprattutto dei nipoti, di sapere qualcosa di piu’ sulla storia della famiglia e sul quel Palazzo che spesso era all’attenzione della cronaca. Una curiosità adesso appagata che ha lasciato tanto entusiasmo e anche un pizzico di rammarico negli eredi De Moja. Proprio da Lino De Moja è arrivato anche un sentito ringraziamento agli amministratori comunali e in particolare al consigliere Rita Commisso che ha fatto da vero e proprio “cicerone” alla famigliola “è stato un vero piacere trascorrere qualche ora insieme a Lei, all'Assessore e alle persone che ci hanno accompagnato nella visita al palazzo. Siamo tutti stati colpiti dall'entusiasmo e dalla volontà di fare che caratterizza tutto il gruppo”. Quindi il ringraziamento ufficiale “ certi – ha scritto Lino De Moja a nome di tutta la sua famiglia - che l'antico borgo di Mondo Bambino Siderno Marina possa rinascere per essere centro di una ospitalità culturalmente attenta alle radici storiche ma anche pronta ad accogliere quelle novità di cui Vi farete promotori come Amministratori”. Ed è proprio la professoressa Rita Commisso a dirci, comunque, che la storia non finisce qui anticipando che Giuseppe De Moja sarà quanto prima invitato nuovamente a Siderno nel corso di un convegno che sarà appositamente organizzato per fargli raccontare ancora le “storie del tempo che fu” e far riscoprire, grazie alla sua lucida memoria storica, le radici di un mondo, quello del borgo antico sidernese, molto ricco di cultura e di eventi sociali di grande importanza.