di Aristide Bava
La Locride sta vivendo gli scampoli di una estate che, per gli imprenditori del settore, non è stata esaltante. Era una impressione che in molti avevano raccolto già durante quello che, more solito, rimane il mese più frequentato da forestieri e turisti di “ritorno”, ovvero il mese di agosto, ma la conferma ufficiale è venuta proprio dalle dichiarazioni di chi sperava che questa terra, piena di risorse, forte di un mare bellissimo e ricca di eventi oltre che di una enogastronomia che può certamente fare la differenza, potesse “esplodere” anche dal punto di vista economico. Così non è stato e forse non guasterebbe chiedersi il perché. La prima risposta quella spontanea e immediata che arriva dai cittadini è che, a Siderno, il centro più popolato, e nella Locride, ha pesato notevolmente il caro prezzi. Il turista non è disponibile a pagare somme in molti casi sproporzionate rispetto alla qualità dei servizi, soprattutto nei ristoranti o nelle strutture abitative. Poi se si pensa alle difficolta per raggiungere il territorio della Locride ( di aerei non è neppure il caso di parlarne, e con i treni, in particolare per raggiungere la fascia ionica bisogna fare i classici salti mortali…) il quadro diventa ancora più desolante. Ci sono, è vero, gli aspetti positivi e, in primis l’accoglienza che rimane sempre un fattore molto importante, c’è tranquillità ( forse troppa soprattutto per i giovani) e ci sono tante possibilità che legano il mare ai monti che raramente si trovano in altri posti. Ma ormai è chiaro che queste cose per far “esplodere” il grande turismo non bastano più. Probabilmente qui nella Locride manca una vera mentalità turistica di cui il “caro prezzi” è l’anello più importante. Ed è un peccato perché istituzioni e associazioni si impegnano costantemente a migliorare l’offerta turistica di un’area che, purtroppo non riesce ad ottenere quello che meriterebbe. Nella sola Siderno da giugno ad agosto ci sono state importanti iniziative che hanno richiamato migliaia e migliaia di persone da tutto il comprensorio (da immersi nel blu alla festa patronale…) ma che non riescono ad incidere più di tanto sul tessuto economico locale e rimangono episodi contingenti ma poco produttivi. E quest’anno c’è stato un concentrato di attività in molti altri Comuni, con capisaldi Roccella a Locri, con iniziative ed eventi culturali da impegnare quasi ogni sera il periodo estivo per andare incontro ai gusti di ognuno. Questo doveva rendere il territorio della Locride la meta più ambita per l’intera area metropolitana.
Così non è stato e il periodo estivo ha registrato flussi scontati ma limitati come negli anni passati, anzi forse in misura minore. Resta, quindi l’amaro in bocca e la necessità che si guardi al futuro in maniera diversa. E si pensi soprattutto che il grande turismo si puo’ conquistare solo offrendo qualità ma anche condizioni economiche vantaggiose perché se è vero che questa terra non ha nulla da invidiare a nessuno è anche vero che per attrarre la gente bisogna offrire novità, tipicità e, soprattutto, condizioni vantaggiose che possono aiutare a far dimenticare le criticità che il territorio si porta appresso. E soprattutto non si riuscirà mai a raggiungere il sogno di coloro che sperano che il periodo estivo di allunghi e non rimanga circoscritto a meno di due mesi all’anno.
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