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LOCRIDE – INTERVISTA AL CONSIGLIERE GIUSEPPE CHINE’ SULLA SANITA’

Aristide Bava
SIDERNO - Il convegno del Lions sulla sanità ci ha offerto la possibilità di intervistare direttamente il capogabinetto del Ministero della salute Giuseppe Chinè . Ci parli degli enormi sprechi che venmgono denunciatoi ? " Occorre eliminare gli sprechi che ancora purtroppo esistono nel settore sanitario. Molte regioni del sud, tra cui la Calabria, hanno pagato e continuano tutt'oggi a pagare il prezzo di cattive gestioni del passato. La riforma del Titolo V Della Costituzione varata nel 2001, attribuendo alle regioni la competenza primaria nella gestione della Sanità, ha permesso di ampliare la forbice tra regioni del nord e del sud, ai danni di queste ultime e dei suoi residenti. Oggi in Italia abbiamo 21 modelli distinti di gestione della sanita' e già solo in questo e' possibile ravvisare una violazione del diritto fondamentale alla salute garantito a tutti I cittadini italiani, a prescindere dalla regione in cui risiedono".
Un peso della riforma, dunque ? " I danni provocati dalla riforma del Titolo V nel settore sanitario sono plasticamente evidenziati dai numeri della spesa pubblica in Sanità'. Nel 2001 lo Stato spendeva per la Sanità' circa 60 miliardi di euro, con una popolazione italiana di 57 milioni, nell'anno corrente lo Stato spendera' 111 miliardi di euro, con una popolazione che non arriva a 60 milioni di abitanti. Come si giustifica un aumento di spesa di oltre 50 miliardi ? Pur considerando I maggiori costi delle moderne terapie, un aumento cosi rilevante purtroppo dimostra quanta inefficienza si annida nel regionalismo sanitario".. Quanto pesa la deficitaria situazione economica ? "Affermare che servono soltanto maggiori risorse per una Sanità' efficiente e' una mezza verita'. Le risorse ci sono. Lo Stato, grazie alla battaglia fatta dal Ministro della salute Lorenzin, il prossimo anno stanziera' 113 miliardi di euro e ben 114 miliardi nel 2018. Il problema e' come si spendono queste risorse e soprattutto chi dovra' amministrarle. Amministrare una azienda sanitaria e' attivita' complessa, che implica competenze economiche, gestionali, amministrative ed organizzative. Purtroppo per troppi anni i direttori generali delle ASL e degli ospedali sono stati scelti dalla politica, senza selezioni trasparenti e meritocratiche. Cio' ha avuto effetti devastanti per le gestioni sanitarie, portate nelle principali regioni del sud al collasso economico-finanziario. Con la conseguenza dei piani di rientro e dei commissariamenti da parte del Governo centrale. Per fortuna tutto questo e' destinato a finire giacche' per effetto della nuova legge voluta dal MInistro Lorenzin ed approvata lo scorso agosto, i manager della Sanità' dovranno superare una selezione pubblica nazionale, sulla base di un bando e con criteri trasparenti e realmente meritocratici. A mio avviso e' un passo fondamentale per allontanare la politica dalla Sanità' e per avere servizi piu' efficienti per i cittadini". Parliamo piu' specificatamente della Calabria ". La Calabria, regione commissariata per la Sanità' dal 2010, ha fatto registrare buoni risultati negli ultimi mesi, risalendo nel punteggio della griglia LEA e riducendo il deficit economico, ma questo non basta. Oggi piu' del 20 per cento dei calabresi e' costretto a curarsi con ricoveri fuori regione, soprattutto nelle regioni del nord Italia. Questa situazione arricchisce le Regioni che erogano le cure ed impoverisce sempre di piu' la Calabria, che deve rimborsare il costo delle prestazioni erogate ai calabresi. Dobbiamo tutti assieme creare le condizioni affinche' questo drammatico turismo sanitario cessi ed i calabresi possano avere nella propria terra di origine le cure secondo gli standard elevati imposti dell'art. 32 della Costituzione".

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