LOCRI(RC)-LETTERA APERTA AI COMMISSARI DELL’ASP DI REGGIO CALABRIA.

Riceviamo e pubblichiamo:

SEGRETERIA TERRITORIALE   UIL  FPL - RC -          

e-mail: uil.locri@libero.it -   PEC:  uilfplreggiocalabria@legalmail.it -  Tel/ Fax   0964/ 399451- cell. 338-7695614

 

Prot. n. 380 UIL  FPL

Lì, 27.11.2019

 

Oggetto: lettera aperta ai Commissari dell’ASP di Reggio Calabria

Questa O. S. ritenendo l’attuale momento amministrativo dell’ASP una opportunità da “decontaminazione politica”  spera in una fattiva reale ripresa, oltre che, economica ed organizzativa dell’Ente, anche, per la inderogabile messa in sicurezza dell’ASP per quel che attiene la legalità. Come risulterà alle SS.LL. questa sigla ha contribuito e collaborato, come suo dovere, con segnalazioni e denunce, affinché emergesse quanto di illecito ed illegale insisteva nell’Azienda e che successivamente ha portato allo scioglimento della stessa per infiltrazioni malavitose. Sicuramente la gravissima situazione è conseguente al pernicioso interesse economico e clientelare della mala-politica, della ‘ndrangheta e della massoneria, ma riguarda anche le complicità interne strutturate nel tempo e le “sponde” offerte generosamente dal grumo di potere riferito a quei dipendenti considerabili quali infedeli. Accanto alle vere e proprie correità esplicite con il malaffare, insistono vistosi fenomeni para-mafiosi di illegalità manifesta  consistenti in persistenti atteggiamenti di  assenteismo, sabotaggio, menefreghismo, lassismo, sperperi, imboscamento e scarso attaccamento al proprio dovere, convergenti al determinarsi, appesantendola, una deriva inarrestabile. Oramai è un elemento conclamato che la corruzione assurge a fatto strutturale, non ci troviamo di fronte ad un crimine occasionale, ma ad un fenomeno elevato a sistema. Non è la UIL, d'altronde, a parlare di massoneria che si è impadronita della sanità calabrese, era ed è lo stesso dr. Nicola Gratteri a dirlo, come inoltre testualmente dichiara: “in Calabria dipendenti pubblici più pericolosi della ’ndrangheta”, riferendosi ai cosiddetti colletti bianchi che sono più pericolosi delle coppole. Come UIL siamo consapevoli delle difficoltà che le SS.LL. possono incontrare lungo il loro cammino di risanamento di un ambiente fortemente inquinato dove non si distingue “l’oglio dal miglio” e dove gli elementi di prossimità andrebbero scelti con maggiore cura. Gli ostacoli, d'altronde, sono tutti ricompresi non nella modalità di incedere e di intendere il sindacato da parte della UIL, bensì nelle motivazioni dello scioglimento dell’ASP vergate dalle SS.LL. in veste di Commissione di Accesso e fatte proprie dal Prefetto Michele Di Bari, dalla lettura delle quali plasticamente si apprende che la ‘ndrangheta è presente ovunque dal personale agli appalti. Forti, nella relazione, sono i richiami al caos organizzativo, alla cattiva gestione ed alla presenza opprimente della criminalità organizzata, per non parlare di elementi, opportunamente “omissati” dove il Prefetto di allora parla espressamente di: “punti d’incontro tra la pubblica amministrazione e le consorterie di ‘ndrangheta. Nella relazione viene stigmatizzata la interconnessione parentale, di affinità e di frequentazione tra ‘ndranghetisti e dipendenti. La Commissione

 

 

 

d’indagine ha posto la Sua attenzione in particolare sull’Ufficio Risorse Umane il quale essendo ritenuto un eloquente esempio di inefficienza ed irregolarità è stato definito dal Prefetto: “assolutamente fuori controllo”. Lascia perplessa questa sigla, proprio in funzione di quanto accertato e relazionato,  il tergiversare da parte delle SS.LL. riguardo ad un adeguato intervento, atto a ripristinare la legalità, impedendo a numerosi elementi di continuare imperterriti nella indefessa opera di distruzione di quel poco che di buono ancora rimane dell’ASP. Alcuni atti ci lasciano perplessi, infatti vanno nella direzione di consolidare “disinvolti” comportamenti amministrativi scarsamente virtuosi, che hanno ingenerato seri problemi all’andamento di settori strategici e di dipartimenti delicati su cui si parlerà ancora per molto. Scelta inopinata quella di mantenere in auge un rapporto con dirigenti che hanno dato ampia dimostrazione di insipienza e tracotanza.  Alla luce di quanto su espresso e rappresentato appaiono, altresì,  alquanto temerarie e preoccupanti alcune dichiarazioni esternate confusamente,  apparse palesemente fuorvianti, destinate a naufragare fragorosamente nello scadente tentativo di screditare il ruolo e la funzione che svolge da decenni la UIL FPL. Come UIL lottiamo affinché gli altri abbiano la libertà, anche, di snaturarsi e svendersi, abdicando al loro ruolo di controllo e di denuncia che la legge riconosce al Sindacato, l’importante è assumersi la responsabilità dello sfascio in cui ci troviamo. Il tentativo corale, comunque, di delegittimare ed isolare la UIL è estremamente pericoloso, l’azione consistente dell’indicare chi diuturnamente denuncia il malaffare, smarcandosi e prendendo le distanze porta con se la conseguenza di sovraesporre i dirigenti di questa Organizzazione. Si sono succeduti nel tempo Direttori Generali, Commissari senza che dai “banchi” sindacali si proferisse parola o si accennasse a larvate critiche; anche sul  reiterato silenzio di parte del sindacato bisogna interrogarsi, confutando il sospetto che anch’esso faccia parte integrante di quello che viene definito il “sistema”. Proprio in virtù di tali riflessioni, la UIL continuerà nell’azione di contrapposizione a quanto di marcio insiste nell’Azienda, pertanto, si esorta la commissione Straordinaria ad essere consequenziale con il ruolo che la legge le conferisce, ricordando che giacciono senza alcun riscontro decine di denunce fatte. In particolar modo, desidereremmo che fosse dato seguito e riscontro riguardo alla richiesta di attivazione dei poteri ispettivi sugli episodi che hanno riguardato l’uso personale di mezzi soccorso, la sedicente scuola di formazione con annesso personale medico potenzialmente distratto da decenni dai propri compiti di istituto e soprattutto la necessaria severa disamina sul distretto sanitario di Reggio. Quest’ultimo, in particolare, deputato a razionalizzare le risorse umane e tecnologiche utili a dare risposte di qualità alle angosce ed al dolore di decine di pazienti in fase di dialisi costretti a migrare, anche, per tale evenienza. La UIL continuerà a non fare sconti ad alcuno.        

 

Il Segretario Territoriale

* Nicola Simone

*firma autografa sostituita da indicazione a mezzo stampa, ai sensi dell’art. 3, comma 2, della legge 39/1993