PLACANICA-DEDICAZIONE DEL SANTUARIO ‘NOSTRA SIGNORA DELLO SCOGLIO’ 10 MAGGIO 2017

Dedicazione del santuario “Nostra Signora dello Scoglio

(S. Domenica di Placanica 10 maggio 2017)

Omelia di monsignor Francesco Oliva

 

 

Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio” (Ap 21, 1-5). E’ questa la bella notizia che, accolta con fede, ci offre la certezza che Dio abita tra le case degli uomini, che ha stabilito la sua dimora tra noi. Una dimora reale, ma non limitabile nello spazio e nel tempo. Ovunque Dio può stabilire la sua dimora. La bella notizia è proprio questa: Dio abita tra noi, è vicino e noi non siamo soli né abbandonati al nostro destino. Se Dio è vicino, possiamo incontrarlo.

Carissimi fratelli e sorelle, vecchi e giovani fedeli dello Scoglio,

accogliendo il sentire comune di tanti devoti dedichiamo questo Santuario a Maria “Nostra Signora dello Scoglio”. Si realizza una lunga attesa: dare alla comunità di devoti di Maria una “casa”, dignitosa e accogliente, ove far cantare e lodare il Signore. Qui attorno all’altare l’assemblea liturgica celebrerà il memoriale della Pasqua e si nutrirà alla mensa della Parola e del Corpo di Cristo. Qui saranno rimessi i peccati. Qui sarà possibile godere un tempo di riposo spirituale, per riprendere il cammino. A gioire non sono solo i fedeli devoti dello Scoglio, ma tutta la Chiesa diocesana.

Un saluto di benvenuto ai tantissimi fedeli presenti, qui venuti anche da molto lontano, ai sacerdoti, ai diaconi ed ai ministranti ed, in modo particolare, ai membri della Fondazione del Santuario dello Scoglio, che ne hanno curato la costruzione, il completamento e l’adeguamento liturgico. Tanta gratitudine va al progettista, che ha saputo dare forma e bellezza ad un progetto nel rispetto dell’ambiente e della natura circostante, e soprattutto dei motivi religiosi che l’hanno ispirato. Il plauso si estende al direttore dei lavori, ai tecnici, all’impresa esecutrice e a tutte le maestranze che hanno portato a termine l’opera in tempo record. Saluto i gruppi di preghiera, i volontari addetti ai vari servizi. Un benvenuto ai tanti benefattori, che hanno contribuito alla costruzione del Santuario. Li ringrazio e prego Dio, perché ricompensi la loro generosità. Quest’opera, che non ha avuto alcun finanziamento pubblico, senza il loro contributo e le loro preghiere non sarebbe stata possibile. E’ un segno che quando Dio ha un progetto lo porta a termine. E per compierlo si avvale sempre di mezzi umani, di uomini e donne semplici, di gente di campagna, dalle mani incallite, di pastorelli senza istruzione.

Un saluto ed un ringraziamento alle Autorità civili e militari presenti, a tutte le forze dell’ordine, per il servizio che rendono nel territorio a favore delle nostre cmunità.

Ma permettetemi un abbraccio affettuoso a Fratel Cosimo: al suo carisma, al suo peculiare legame con Maria ed alla sua tenace esperienza di fede è dovuto questa chiesa. E’ stato lui a cogliere la volontà di Maria e a lasciarsi guidare da Lei in questa opera di evangelizzazione.  La sua vita spesa al servizio di quanti chiedono di essere ascoltati, di quanti portano dentro le ferite e le piaghe di un’umanità sofferente, di quanti chiedono più semplicemente un consiglio. A casa di fratel Cosimo trova accoglienza chiunque avverta il bisogno di aprire il suo cuore e di avviare un cammino spirituale.

Nella sua opera di evangelizzazione molto importante è stata la collaborazione dei sacerdoti che per ore e ore ascoltano le confessioni e dispensano la grazia della misericordia e del perdono. A tutti loro dico il mio grazie.

Oggi dobbiamo riconoscere che la dedicazione di questa Chiesa Santuario è il giusto riconoscimento ad un luogo di culto e di preghiera, che è frequentato da quasi cinquanta anni da fedeli provenienti da tutta la regione e dalle regioni vicine, persino dall’estero. Sono i fedeli dello Scoglio, un popolo che si è lasciato conquistare dalla Vergine, la Nostra Signora dello Scoglio, che ci unisce tutti in un abbraccio di grande tenerezza. Qui si apre una finestra verso il cielo. Qui cielo e terra s’incontrano, laddove viene dispensata la misericordia ed il perdono. Qui c’è il clima giusto per trasformare un deserto in un’Oasi o Centro di spiritualità mariana. Coltivare la devozione a Maria ci sostiene nel cammino della vita, dà speranza, rialza e rende la nostra fede più forte.

Carissimi fratelli e sorelle, questo Santuario sorge in un luogo benedetto. Sono convinto che laddove il popolo credente grazie al sensus  fidei che possiede si ritrova spontaneamente in preghiera, là c'è il dito di Dio. Alla luce del lungo tempo trascorso e dell’esperienza religiosa vissuta con speciale riguardo alla fecondità dei frutti spirituali generati dalla devozione, qualcosa di importante Dio ha inteso ed intende compiere in questo luogo. Anche senza volere esprimere alcun giudizio definitivo, è un dato che la bontà di Dio ha agito qui per quasi mezzo secolo e continua ad agirvi, dispensando con abbondanza le sue grazie spirituali. Noi tutti c’inchiniamo di fronte alla sua opera. Ci mettiamo in obbediente ascolto. Affermiamo e crediamo che “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro" (Mt 18,20). Quando restiamo per ore davanti al Signore, non facciamo altro che rispondere alla voce dello Spirito, che soffia dove vuole, come vuole e quando vuole, e ne senti la voce. Quando ci ritroviamo riuniti in preghiera, Gesù è presente, vivo ed operante. Quando avvertiamo la sua vicinanza, sappiamo che essa non è disgiunta da quella della Madre, assunta in cielo con tutto il suo corpo glorioso. Madre e Figlio congiuntamente ci accompagnano con benevolenza, in modo da farci gustare la bellezza della vita.

Quanto alla dedicazione di questo Santuario, qualcuno potrebbe chiedersi: perché legare determinati "spazi" al culto, in luoghi così sperduti e lontani, dal momento che Dio per rivelarsi non ha bisogno di luoghi fisici o di templi costruiti da mano d’uomo? L’interrogativo mi porta ad affermare con forza che tutto il tempo e lo spazio appartengono a Dio. Ed “anche se il tempo e tutto il mondo possono considerarsi il suo "tempio", tuttavia ci sono tempi e luoghi che Dio sceglie, affinché in essi gli uomini sperimentino in modo speciale la sua presenza e la sua grazia. E la gente, spinta dal senso della fede, viene in questi luoghi, sicura di porsi veramente davanti a Dio presente in essi” (san Giovanni Paolo II). Questo Santuario è il Santuario diocesano del Giubileo della Misericordia: vuole restare nel tempo “segno della misericordia giubilare”, luogo di riconciliazione e di perdono, un appello alla conversione per quanti hanno scelto la via del malaffare che ha contribuito a paralizzare la crescita e lo sviluppo del nostro territorio, per quanti, con i loro loschi intenti, si sono posti al di sopra della legge ed hanno calpestato la dignità del fratello. Maria invita tutti alla conversione, sì proprio tutti, qualunque sia la propria situazione. Come mamma chiede di volgere lo sguardo al Figlio trafitto dalla lancia dell’umana cattiveria.

Riprendere la via della conversione è il vero messaggio che ci viene dallo Scoglio: ritornando al Signore, si colmano i vuoti e le povertà di una vita sbandata.

Tra i tanti sbandati del tempo di Gesù il Vangelo oggi ci presenta un certo Zaccheo, un capo esattore delle tasse. Per l'attività che svolgeva non aveva nulla a che vedere con il Maestro di Galilea. La sua piccolezza di statura era uno “scoglio” che gli impediva di vedere Gesù che passava. Ma il bisogno di amore, il desiderio di vita e di pace lo portò a superare quello scoglio. Salì su un sicomoro. Ma dall'alto, lontano dalla folla, incrociò lo sguardo di Gesù. Si accorse di essere guardato con insperata benevolenza e di essere entrato nelle sue grazie e nel suo cuore. In quello sguardo il “piccolo di statura” incrociò lo sguardo amico di Dio. L'autoinvitarsi di Gesù a casa sua, il sedersi a tavola con lui, proprio con lui, lo strozzino di Gerico, tutto questo lo fece sentire amato. Provò un insospettabile bisogno di pace mai avvertito prima. Gesù stava mettendo ordine nel suo cuore, nel cuore di chi amava i soldi più che le persone: era entrato nel suo cuore, prima ancora che nella sua casa.  Cambia la sua vita, cambiano i suoi rapporti. Su quell’albero della vita (qui riprodotto nell’abside con il tabernacolo incastonato in esso), il Signore si fa incontrare da lui. Inizia un nuovo percorso di vita.  Gesù dice: “Oggi devo fermarmi a casa tua”, cioè nel tuo cuore, nella tua vita, nel tuo presente e nel tuo futuro. Ritornato in casa Zaccheo è completamente trasformato. "Ecco, Signore, io dò la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto". Era morto ed è tornato in vita. Incontra la vita sull’albero, la libertà dall’ossessione del denaro, la pace interiore, la riconciliazione col mondo intero. Il sicomoro è l’albero della vita, che gli fa incontrare Dio, la vera vita, nella quale da allora in poi riporrà la sua fiducia. Quell’albero lo aiuta a superare ogni scoglio. Tutti abbiamo bisogno di salire su quell’albero. Sull’albero della vita la tua, la mia, la nostra vita - come quella di Zaccheo - può cambiare e così possiamo tornare a vivere. Madre è la luce che ci illumina dall’alto, che non ci lascia soli, ci aiuta a superare ogni scoglio.

Questo tempio è destinato ad essere uno spazio riservato a Dio. Ricavato nelle viscere della terra, direi sottomesso alla natura, in perfetta simbiosi con essa, s’integra con l'area circostante, ricca di uliveti e tanta macchia mediterranea. Un Santuario all'aperto, semplice ed essenziale nelle linee architettoniche, nulla di sontuoso, umile, direi uno spazio di ‘riposo’ per le stanche membra, quel ‘riposo’ spirituale, di cui abbiamo bisogno per vincere lo stress dei ritmi della vita moderna. Quel riposo di cui parla sant’Agostino: “Ci hai fatti per Te e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te” (Le Confessioni, I,1,1). Il riposo dell’anima che incontra Dio, guardando Maria e contemplandone la bellezza.

Qui possiamo contemplare l’immagine di Maria, la bella Signora che ci accoglie dall’alto di quello scoglio. La Regina del mare, come l’onda del mare che, infrangendosi sugli scogli li supera e li sovrasta, ci fa vincere i nostri scoraggiamenti, le tante incertezze e scogli della vita. Il ritornello di una canzone di Lucio Battisti si chiedeva “Come può uno scoglio arginare il mare”. Quando c'è Maria, ogni scoglio è un piccolo ostacolo che non potrà “arginare il mare” col suo cuore di Madre. Di fronte a Maria non ci sono scogli insuperabili. Per questo, come continuava il testo della canzone, “anche se non voglio torno già a volare”.

E, tu, devoto di Maria, non fermarti al primo scoglio che incontri. Non arrenderti di fronte alla prima difficoltà. "Alzati e cammina!" Porta a tutti la gioia del Risorto! Nostra Signora dello Scoglio ti porta a Gesù, che sulla croce sussurra al tuo cuore: Ti aiuterò, anche se non verranno meno le difficoltà e le prove. Non ti scoraggiare. Sarò con te, ti rialzerò e ti sosterrò sulle mie mani. Sii strumento dell’amore di Dio. E così darai senso alla tua vita. Maria ce ne indica il percorso: “Fate quello che egli vi dirà”. Fidiamoci. Facciamo sì che la Parola del Signore diventi misura del nostro essere ed agire. Viviamola come la grande novità che trasforma il nostro modo di vedere. Lasciamoci attrarre da Lei. Da qui ritorniamo carichi della gioia che Lei ha cantato prima di noi: “L’anima mia magnifica il Signore … ha guardato l’umiltà della sua serva”.

D’ora in poi troveremo qui ancor più accoglienza, saremo aiutati ad invocare Dio, a sentirci a casa nostra!  “Qui il povero trovi misericordia, l’oppresso ottenga libertà vera e ogni uomo goda la libertà dei figli di Dio” (Preghiera di dedicazione). Qui ci viene fatta una consegna: portare la gioia del Vangelo a chi ha smarrito la fede e perso il senso della vita. Da qui come Maria in tutta fretta è andata a casa della cugina Elisabetta che aveva bisogno del suo aiuto, siamo inviati ad andare incontro al prossimo. Nessuna ricerca del guadagno e nessuna attività commerciale si addice a questo luogo sacro. Ogni insegna pubblicitaria di vendita di oggetti religiosi non appartiene allo Scoglio. Il devoto dello Scoglio lo sa! L’unico vero interesse e guadagno è crescere nell’amore verso Maria. E’ questo il profumo che rende bello ed attraente lo Scoglio.

La Nostra Signora dello Scoglio ci ricolmi sempre dell’amore di Cristo di cui fu tanto ripiena. Amen.

 

   

A NOSTRA SIGNORA DELLO SCOGLIO 

 

O Dio, Creatore del mondo e Padre,

che nell'eterno progetto d'amore

hai scelto l'umile ancella di Nazareth,

tua serva fedele ed obbediente,

donaci un cuore semplice e puro,

per cogliere la tua presenza tra noi.

 

O Gesù  Salvatore, che morente sulla croce

ci hai donato il bene più grande, Maria tua madre,

accompagnaci sempre nel cammino della vita,

insegnandoci a riconoscere i segni del tuo  amore.

 

O Spirito Santo, che santifichi e vivifichi ogni cosa,

aiutaci ad accogliere, ad amare e lodare Maria

in questo tempio santo

Sia per noi casa che accoglie,

luogo di conversione e perdono.

 

A te guardiamo Maria,

apri i nostri cuori all'amore del Figlio tuo Gesù.

Tu che in questo Santuario sei Nostra Signora dello Scoglio,

guarisci le tante ferite che ci affliggono,

liberaci dagli scogli che ostacolano il nostro cammino.

 

Liberaci dagli scogli della superbia e della vanagloria,

dell'invidia e della gelosia,

della maldicenza e della cattiveria.

 

Liberaci dagli scogli dell'egoismo e dell'individualismo,

dell'arroganza e della prepotenza,

della paura e dell’indifferenza.

 

Sii sempre vicina a chi soffre,

agli anziani e alle persone sole,

ai giovani in cerca di futuro,

a chi ha perso il lavoro e la speranza,

agli esuli ed ai migranti,

ai poveri ed ai senzatetto.

 

Madre premurosa e saggia,

allontana da noi tutto ciò che c'impedisce

la scalata della santa Montagna, il Figlio tuo Gesù,

perché radunati attorno a Te

nella Gerusalemme del Cielo, dove siedi Regina,

insieme possiamo contemplare, nella gioia,  

il volto del Padre. Amen!

 

Nostra Signora dello Scoglio, prega per noi (tre volte)

 

 

Santa Domenica di Placanica, 10 maggio 2017

 

 

X Francesco Oliva

 

per noi!