S.GIOVANNI DI GERACE (RC)-PRESENTATO IL VOLUME ‘IL CATASTO ONCIARIO DEL 1742 (ED. PROMOCULTURA)

Presentato a San Giovanni di Gerace il volume “S. Giovanni di Gerace nel catasto onciario del 1742” (Promocultura edizioni) di Vincenzo Cataldo e Giovanni Pittari. L’analisi è stata effettuata dal prof. Giuseppe Caridi dell’Università di Messina che ha sollevato questioni che toccano anche la realtà di oggi: la tassazione, i privilegi di alcune categorie sociali, la difficile crisi economica che attanagliava allora come oggi le nostre comunità, i diversi stili di vita degli abitanti di San Giovanni (le donne allora andavano tutte scalze). Il volume si inscrive nell'attuazione pratica delle norme dettate da re Carlo di Borbone nel per il riordino fiscale del regno di Napoli. In questa ottica, il catasto avrebbe dovuto eliminare i privilegi goduti dalle classi privilegiate che facevano gravare i tributi fiscali sempre sulle classi più umili, e rappresenta il punto di partenza per la ripartizione proporzionale del peso fiscale. L’esito finale scalfì lievemente i ceti privilegiati, ma non portò a quella perequazione fiscale tanto agognata. Il catasto rimane comunque un documento utile per capire gli aspetti socio-economici del Settecento in Calabria.
In un altro intervento, Vincenzo Lombardo, già procuratore della Repubblica di Catanzaro, ha tratteggiato i particolari contenuti nel documento. Nel catasto onciario sangiovannese troviamo l’elenco dei braccianti, la forza lavoro salariata impiegata su terreni di proprietà altrui e testimoni di una agricoltura di sussistenza. Veniamo a sapere che tra le colture specializzate primeggiavano la vigna, l'ulivo e il gelso. Gli alberi da frutto, come noci, meli e peri erano sparsi per i campi e costituivano quindi un elemento secondario della produzione agricola. Gli autori fanno delle opportune comparazioni con altre notizie che provengono da fonti sussidiarie: i rogiti notarili, i registri parrocchiali, l’apprezzo del 1707, la Cassa Sacra e il catasto murattiano, proprio per consentire di definire con la maggiore precisione possibile la società del tempo.
Altri interventi programmati sono stati quelli del sociologo Carmelo Carabetta, del sindaco Pino Vumbaca, del vescovo Francesco Oliva. Ha moderato il dibattito il prof. Vito Pirruccio.