In esecuzione del citato provvedimento cautelare, sono state, inoltre, sottoposte a sequestro anche le quote societarie e l’intera new company, anch’essa con sede in Rocca di Neto (KR) ed operante nel medesimo settore commerciale della società fallita, poiché ritenuta il mero strumento attraverso il quale il citato imprenditore ha potuto reiterare indisturbato la propria attività illecita a discapito dell’erario e dei creditori.
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno dato conto di come l’indagato, avvalendosi della collaborazione dei propri familiari, abbia cagionato il dissesto della società autofinanziandosi attraverso la dolosa, sistematica e pluriennale evasione di tributi fiscali ed oneri previdenziali.
Non solo, tale schema comportamentale si è accompagnato ad un progressivo depauperamento della società, realizzato attraverso inequivocabili condotte distrattive: tutti gli asset posseduti dalla bad company (non solo l’attivo ma anche tutti i beni mobili) sono stati svenduti – peraltro in cambio di un corrispettivo mai corrisposto – a beneficio di una nuova società veicolo riconducibile al medesimo imprenditore.
Infine, a completamento del disegno criminoso, il raggiungimento di un conclamato stato di decozione, perpetrato attraverso lo svuotamento dei conti correnti societari mediante prelevamenti e bonifici privi di giustificazione economica e volti al solo soddisfacimento di benefici personali alieni all’attività di impresa.
L’attività investigativa delle fiamme gialle crotonesi, attualmente nella fase delle indagini preliminari e che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, testimonia l’attenzione del Corpo e della Procura della Repubblica al contrasto dei reati fallimentari, anche a tutela degli imprenditori che operano nel rispetto della legge e che sono danneggiati dalla concorrenza sleale di chi opera nell’illegalità.
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