LOCRIDE – ANCHE A PORTIGLIOLA SI RICORDA IL GIORNO DELLA MEMORIA

Aristide Bava
SIDERNO - La giornata della memoria è stata solennizzata anzitempo dall'amministrazione comunale di Portigliola in collaborazione con la Scuola Media di quel centro dove si è ritrovato, ieri mattina, a parlare agli studenti anche Giuseppe Ventra, figlio di Rocco, calabrese sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen. Accanto a Ventra la docente Carmela Galluzzo, il dott. Giuseppe Mirarchi e il funzionario prefettizio Sandro Borruto , organizatore del convegno unitamente al Commissario straordinario del Comune di Portigliola, Francesco Greco. Giuseppe Ventra che qualche anno addietro, unitamente alla sorella Giacoma, ha raccolto in un volume le pagine struggenti della prigionia del padre ha raccontato ai ragazzi della scuola fatti e cose della deportazione del loro genitore facendo rivivere "l'inferno" del campo di concentramento e lanciando un messaggio indirizzato a "non dimenticare" quelle atrocità che hanno caratterizzato la brutta pagina di storia sul genocidio ebraico e sulle tragiche vicende di quegli anni, non mancando di soffermarsi sulla necessità che quei ricordi non vengano dimenticati dalle nuove generazioni. Un invito riproposto da Carmela Marzano ai ragazzi della scuola che hanno seguito con interesse il convegno poi chiuso da Sandro Borruto che in maniera semplice ma molto efficace è entrato nel cuore della Shoah e dell' Olocausto evidenziando, anche in questo particolare momento, quanto importante possa essere la "pace nel mondo". Nel corso dell'incontro è stato rimarcato che il convegno si è tenuto non già il 27 gennaio "giornata della memoria" anche perchè il ricordo di quelle immani sciagure non si deve limitare a quella unica giornata ma dovrebbe essere presente in ogni giorno dell'anno. E, anche per questo, gli studenti sono stati ripetutamente invitati a tenere presente i ricordi raccontati da Giuseppe Ventra e vivere il loro futuro con la consapevolezza che la pace e la libertà sono fatti essenziali del loro vivere sociale.

Nella foto Marzano, Ventra, Borruto e Mirarchi