LOCRIDE – L’AMARO SFOGO DI UN EX LAVORATORE DI CALL & CALL

Aristide Bava
SIDERNO - Sfogo amaro di Filippo Bumbaca lavoratore di Locri Call & Call che si autodefinisce, unitamente ai suoi colleghi " Licenziati e dimenticati". Lo fa a distanza di un anno dal licenziamento suo e di altri 125 colleghi con una lunga lettera in cui ricorda in premessa che lo slogan di allora era “ Non siamo numeri”. Poi un riepilogo di quanto avvenuto. " Era il 5 luglio del 2017 quando si aprì la procedura 223 di licenziamento collettivo. Fu uno shock per molti di noi quella notizia. Avevamo compreso da tempo che le cose non stavano andando nel verso giusto ma confidavamo nella nostra Azienda, in quella che per anni avevamo considerato la nostra famiglia. Call&Call decise, con la “scusa” che la commessa Engie decideva di andare a Casarano, di aprire la procedura di licenziamento collettivo sostenendo di non avere più altre soluzioni per evitare tale provvedimento in virtù dell’impossibilità di collocare i 129 lavoratori su altra commessa. Già all’epoca sembrò poco convincente tale spiegazione e la conferma la avemmo quando, il 15 settembre, il Ministero dello Sviluppo economico rilasciò un comunicato a seguito dell’incontro con i vertici aziendali ed i sindacati in cui, testualmente, il rappresentante del Mise dichiarò che “ciò che colpisce è la totale indisponibilità a prendere in considerazione una gestione socialmente sostenibile della crisi, adducendo argomentazioni che non reggono”. Il racconto di Bumbaca continua: Poi il 26 agosto, era un sabato. le segreterie sindacali ed i lavoratori di Call&Call scendevano in piazza per manifestare il proprio dissenso verso la decisione presa dalla società di licenziare 129 persone e chiedevano sostegno ed aiuto alla propria comunità, alle forze politiche, ai mezzi di comunicazione tutti. Un grido di aiuto che è rimasto inascoltato. Non vi presero parte né i cittadini locresi (se non una minima parte) né tantomeno quelli dei comprensori vicini. Perché, non dimentichiamolo, i dipendenti che rischiavano il licenziamento provenivano da tutta la Locride". Il riassunto dell'ex lavoratore continua ricordando che "Uno dei criteri adottati in fase di licenziamento, scoprimmo dopo dalle carte, è stato il fattore “fungibilità” e “campagna lavorata”. Cosa vuol dire? Semplice. Chi lavorava Enel ottenne un punteggio di 20 in quanto già preparato sulla lavorazione della campagna e non necessitante di ulteriore formazione. Chi, invece come me, lavorava Engie ottenne uno zero. La scelta di lavorare Enel piuttosto che Engie non era personale, ma decisa dai vertici aziendali, Perché quindi abbiamo dovuto pagare noi per una scelta fatta da altri? Mistero". Quindi il ricordo degli incontri con il senatore Antonio Gentile , il consigliere regionale Sebi Romeo, la consigliera metropolitana Katy Belcastro che presentò il 19 settembre all’assemblea di Palazzo Alvaro, presieduta da Giuseppe Falcomatà, la delicata situazione. Paroile e comunicati - precisa Bumnbaca - senza però, alcun risultato.". Ed ancora l'impegno del sindaco di Locri, Giovanni Calabrese del quale - dice Bumbaca " Per quanto apprezzi e sia riconoscente del suo operato non posso, però, fare a meno di essere rammaricato di come anche la sua vicinanza e la sua presenza sia venuta meno con il tempo". Lo sfogo di Filippo Bumbaca continua ricordando " Il silenzio di Umberto Costamagna, che risulta incomprensibile. Colui che ancora risulta cittadino onorario di Locri non ha avuto il minimo rispetto di chi, con il proprio lavoro ed il proprio sacrificio, ha contribuito alla sua fortuna economica". Nella parte finale della sua lunga lettera, infine un pensiero "ai suoi colleghi di sventura " che si sforza di rincuorare invitandoli a continuare ad andare avanti .