Aristide Bava
SIDERNO – Il quadro emerso dal convegno di Psichiatria sul tema “ La saluta Mentale nei giovani”, tenutosi presso l’ Hotel Parco dei Principi di Roccella, organizzato dal Rotary Club di Melito Portosalvo, presidente Giuseppina Malara, in collaborazione con i club Lions di Locri, Roccella e Siderno e l’associazione “La città del sole” di Locri, è stato decisamente sconfortante. Al microfono, oltre alla presidente Malara e all’assistente del Governatore Walter Scerbo, che hanno fatto gli onori di casa unitamente ai responsabili delle altre due associazioni e di Giovanni Pittari presidente del Rotary club di Roccella nonché di Sonia Patti, responsabile dell’associazione “La città del sole” di Locri, si sono principalmente alternati i due relatori Pietro Nucera , Psichiatra e Direttore del Centro salute mentale di Forlì e Cesena, nonchè Gabriele Quattrone , neuropsichiatra e primario del Policlinico Madonna della consolazione di Reggio Calabria. Le loro relazioni hanno messo a fuoco una situazione di estrema gravità che comincia ad interessare moltissimi giovani e che – hanno detto – si è fortemente acuita dopo il duro periodo del Covid. La cosa che poi ha portato a far maggiormente riflettere è derivata dagli interventi del pubblico moderati da Pino Gagliano che hanno coinvolto i familiari di alcuni giovani ammalati ma anche alcune docenti che si sono soffermate sulle notevoli difficoltà che sia la famiglia che la scuola incontrano per fronteggiare un fenomeno che si va acuendo sempre più. E, in effetti, senza entrare nell’aspetto più strettamente medico, affrontato anche in maniera compiuta negli interventi dei dott.ri Vincenzo Mollica e Giuseppe Ventra, una riflessione doverosa sembra necessario fare su quelle che dovrebbero essere le parole “magiche” per contribuire ad alleviare la depressione, l’isolamento sociale, il rischio delle dipendenze e gli stessi disturbi del comportamento alimentare che sempre più interessano i nostri giovani. Sono tre parole collegate tra di loro evidenziate in maniera perfetta dal dott. Gabriele Quattrone, ovvero Famiglia, Scuola e Società. Epperò, è stato evidenziato, non sempre la famiglia e la Scuola riescono a dare, per una serie di motivi, il giusto aiuto, e quasi mai l’ambiente sociale contribuisce a mitigare l’isolamento dei giovani con palesi necessità. Da qui la necessità che del fenomeno si parli di più e che le stesse famiglie bandiscano la “vergogna” che spesso hanno per certe situazioni interne che tendono a nascondere. Un monito che dovrebbe anche essere “girato” negli ambienti scolastici e che dovrebbe essere meglio capito dalla stessa società civile molto restia a contribuire a fare il necessario per aiutare i giovani che sono vittime di questi disturbi.
Nella foto – Gagliano, Leonardo, Nucera, Scerbo, Malara, Quattrone, Pittari e Patti
